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Cia e la battaglia del grano: “Non molliamo di un centimetro”

Non molla la presa la CIA Agricoltori Italiani e, come ha fatto praticamente durante tutto il 2016, torna ad alzare il livello di attenzione dell’opinione pubblica sul grano e sulle questioni da cui dipendono lo sviluppo della cerealicoltura italiana e una corretta informazione a vantaggio dei consumatori. Una battaglia, quella in favore della cerealicoltura italiana, che l’organizzazione presieduta a livello nazionale da Dino Scanavino e in Puglia dal sanseverese Raffaele Carrabba non ha mai abbandonato, con una lunga serie di iniziative, prese di posizione, manifestazioni, proteste e proposte che hanno caratterizzato gran parte dell’anno che ci siamo da poco lasciati alle spalle. Anche il 2017 comincia con la battaglia del grano. (continua in basso)

GRANO 7 LUGLIO GAZETTAGRANO TITOLO

Sul tavolo della questione ci sono le importazioni selvagge, le incerte garanzie sulla salubrità e la qualità del grano che arriva dall’estero, la necessità di controlli sempre più puntuali e approfonditi e l’informazione, sugli esiti degli stessi, che va ampliata a tutto vantaggio dei consumatori. “La Cia – Agricoltori Italiani nazionale e la sua struttura regionale pugliese da 40 anni si occupano della tutela degli agricoltori e dei consumatori. Dell’impegno della Cia a favore degli agricoltori, e delle produzioni, parlano i fatti, i documenti realizzati e l’attività politico-sindacale che caratterizza la storia dell’organizzazione”, si legge in un comunicato che l’organizzazione ha diffuso nella giornata di ieri. “Da sempre la Cia ha fatto e continuerà a fare giusta informazione nei confronti dei consumatori come emerge chiaramente anche dallo stesso comunicato della Cia Puglia del 14 gennaio”. Nel comunicato in questione, quello citato nell’ultima nota stampa, Cia Agricoltori Italiani della Puglia metteva in guardia l’opinione pubblica sulle semplificazioni, sulla superficialità che – posta la delicatezza dell’argomento – può ingenerare confusione e disinformazione a danno della credibilità di una battaglia sacrosanta. “La Cia – Agricoltori Italiani negli ultimi decenni si è mobilitata in più occasioni per difendere il grano italiano e pugliese, ha occupato i porti chiedendo alle autorità preposte ai controlli di attuarli. Lo ha chiesto alla sanità marittima, alle forze dell’ordine per il tramite delle Prefetture (alle quali ha anche segnalato l’arrivo nei porti di navi sospette) e a tutte le istituzioni e gli enti competenti e non solo alla Agenzia delle Dogane (la quale ha anche numerosi altri compiti di natura fiscale e tributaria).

1 Gazzetta 14 agosto Cia Cia spighe di grano

Come ha fatto nell’agosto scorso, ad esempio, con Agrinsieme – nell’ottica di un’azione sempre più sinergica e costruttiva tra le associazioni di categoria agricole –   quando ha segnalato l’arrivo in Puglia di una nave mercantile con un nuovo carico di grano dall’estero, dove il glifosato è ampiamente utilizzato nelle fasi di pre-raccolta, chiedendo all’Arpa, alla Asl di Foggia, ai Nas dei Carabinieri e agli organi competenti della Polizia di Stato, della Guardia Forestale e della Guardia di Finanza di effettuare ed incrementare controlli, e denunciando anche che tra maggio e giugno scorso nel porto di Manfredonia sono stati scaricati 560 mila quintali di grano duro importati da Kazakistan, Russia, Canada e Australia, e chiedendo il relativo blocco delle importazioni.

La Cia – Agricoltori Italiani si è mobilitata manifestando dinanzi alle istituzioni a tutti i livelli (Governo, Regioni, Prefetture) per chiedere interventi a favore del comparto cerealicolo.

Solo per citare una delle ultime attività poste in essere: la mobilitazione nazionale del 28 luglio – svoltasi in tutta Italia ed anche a Bari sotto la sede del Consiglio Regionale – per rispondere alla crisi del grano, nel corso della quale è stata denunciata l’immissione nel mercato di ingenti quantità di grano importato proprio nel periodo della trebbiatura, che ha provocato il tracollo dei prezzi, pari a 2 milioni di tonnellate di grano estero nell’ultimo anno. I produttori di grano sono stati oggetto di un’azione di speculazione che non ha avuto precedenti, con il grano duro pagato 18 euro al quintale (il prezzo di 25 anni fa), largamente al di sotto dei costi produttivi, e con perdite fino al 50% sulla scorsa campagna. A guadagnarci da questa situazione sono state solo le grandi multinazionali che hanno importato grano dall’estero per produrre all’insegna di un’italianità che non è reale. Nel corso della mobilitazione svolta sotto la sede del Consiglio Regionale della Puglia, la Cia ha ottenuto l’approvazione all’unanimità di un ordine del giorno (che è stato anche consegnato all’allora premier Matteo Renzi), nel quale si chiedeva la sospensione temporanea delle importazioni, incentivi per stabilizzare il reddito, l’attuazione di misure annunciate nel piano cerealicolo nazionale, di incentivare accordi e contratti di filiera, di prevedere una campagna di promozione e valorizzazione della pasta italiana nel mondo, di  perseguire la massima trasparenza delle borse merci. Stessa mobilitazione è stata attuata a livello nazionale. A fine settembre poi è stata ottenuta sia l’approvazione del decreto che fissa criteri e modalità di ripartizione delle risorse del fondo di 10 milioni di euro dedicato ad interventi a sostegno del comparto cerealicolo, che la risoluzione a sostegno della cerealicoltura nazionale. Quindi l’impegno della Cia – Agricoltori Italiani è stato costante e continua quotidianamente anche nella lotta alla contraffazione e frodi.

Da ciò anche la campagna di sensibilizzazione “Agricoltura Italiana 100%” a difesa del vero Made in Italy ideata da Cia- Agricoltori Italiani Puglia per tutelare anche il grano pugliese e che mira allo stop alle importazioni selvagge senza garanzie, senza certezze sulla qualità del grano, facendo corretta informazione”.

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