A Casalvecchio tra poesie, danze e sapori Franco-Provenzali e Arbëreshe
Il Comune di Casalvecchio di Puglia in collaborazione con l’Associazione culturale “Daunia&Sannio” di Roseto Valfortore, il Centro Studi Tradizioni Arbëreshe “Skander” di Casalvecchio di Puglia e l’Associazione culturale “Poeti del Gargano”, ha organizzato per oggi, lunedì 6 agosto, a Casalvecchio, la seconda edizione del “Festival Itinerante della poesia dialettale delle lingue minoritarie”, in concomitanza con il concerto “Këngët e Katundit”(Canti di Paese) dei gruppi arbëreshe di Chieuti, Ururi e Casalvecchio di Puglia, organizzato dal gruppo folk “Tallandishat” di Casalvecchio di Puglia. Le manifestazioni godono del patrocinio del Comune di Casalvecchio di Puglia.
Due eventi per una sola grande giornata di cultura e spettacolo all’insegna della ricerca e della valorizzazione del patrimonio storico-linguistico della Daunia, del Sannio e delle minoranze etnico-linguistiche Franco-Provenzali e Arbëreshe.
L’evento culturale avrà inizio in Piazza Municipio alle 18.30, e prevede un “itinerario poetico”, caratterizzato dalla declamazione di componimenti nelle lingue delle 19 comunità che hanno aderito all’invito e di danze etniche (curate dai gruppi “I seguaci di Euterpe” di Castelluccio Valmaggiore) al suono delle musiche tipiche dei paesi coinvolti. Il percorso, dopo aver toccato Piazza Libertà, Piazza Padre Pio e Via Oberdan, terminerà in Piazza S. Maria delle Grazie intorno alle 21.30.
Seguirà una performance di danza affidata ai “Seguaci di Euterpe” e al gruppo “Ethnos” di Lucera. In seconda serata, è in programma l’esibizione dei gruppi folk “Gjaku Shprishur” di Chieuti, “Yllazët të Rëgjënda” di Ururi e “Tallandishat” di Casalvecchio di Puglia. Sempre in Piazza S. Maria delle Grazie, saranno allestiti stand gastronomici della Proloco Arbëreshe di Casalvecchio di Puglia.
dal sito del Comune di Casalvecchio di Puglia: Casalvecchio di Puglia è un piccolo centro del Subappennino Dauno Settentrionale incastonato tra i vicini centri di Casalnuovo Monterotaro e Castelnuovo della Daunia e sorge a quasi 500 metri sul livello del mare in un agro fertile coltivato a cereali, ulivi e viti. Della storia di Casalvecchio si hanno notizie solo fino al XIII secolo; dei due secoli successivi si è persa ogni memoria. Dopo essere stato raso al suolo nel 1461 dall’eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Skandeberg, il paese fu nuovamente fondato da un nucleo di profughi albanesi, gli Schiavoni, fuggiti dalla patria dopo l’invasione turca. Non a caso Casalvecchio costituisce una delle cosiddette “isole linguistiche” dove gli abitanti anziani parlano ancora un dialetto di origine straniera, l’albanese appunto. A testimonianza del suo movimentato passato sopravvive la chiesa dei SS. Pietro e Paolo, eretta nel XVI secolo e consacrata nel 1717 dal Cardinale Orsini; all’interno è custodito un dipinto ad olio raffigurante la Madonna del Carmelo, eseguito dall’artista Michelangelo Sammarco. Interessanti da un punto di vista artistico e architettonico sono alcuni edifici di epoca medievale come “La torre dei briganti”, situata nei pressi del cimitero, e il “Casone della Sgurgola”, un torrione a pianta quadrata che sorge sulla strada provinciale che unisce Casalnuovo a Torremaggiore.