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San Michele, il giorno dell’apparizione: ecco come lo vive Orsara (video)

San Michele è il Patrono della provincia di Foggia. All’Arcangelo sono legate diverse città, prima tra tutte Monte Sant’Angelo, ma anche Orsara di Puglia. Anche qui, nel “paese dell’Orsa”, c’è una grotta bellissima dedicata al “santo guerriero”. E anche qui, come per tutte le Comunità cattoliche, l’8 maggio si celebra la prima apparizione di San Michele che avvenne nel 490. La tradizionale processione con la statua del patrono prenderà il via attorno alle 17.30. Alle 19, invece, si terrà la santa messa nella Chiesa di San Pellegrino. L’elemento più importante e suggestivo del sito è costituito proprio dalla Grotta di San Michele, chiesa scavata nella roccia presumibilmente nel 200 dopo Cristo. Il tempio di pietra sorge all’interno di un anfratto naturale. Si tratta di uno tra i luoghi di culto più importanti e antichi del Mezzogiorno d’Italia. Vi si accede attraverso la cosiddetta “scalinata sacra”. All’interno si trovano iscrizioni latine e i graffiti lasciati dai pellegrini che transitavano per raggiungere il più noto Santuario di San Michele che si trova a Monte Sant’Angelo e da lì la Terrasanta. L’interno è formato da un’unica navata irregolare. Sul fondo è posto l’altare che l’8 maggio, il giorno dell’Apparizione, accoglie la statua di San Michele altrimenti custodita dalla Chiesa Madre. Sempre all’interno del complesso si trova la Chiesa dell’Annunziata. Venne costruita fra il X e l’undicesimo secolo. La struttura, a forma di parallelepipedo in pietra viva, presenta sul lato ovest tre semplici monofore. E’ un vero e proprio gioiello dell’architettura bizantina. Custodisce due cupole ellissoidali, intervallate da una volte a botte che segna il passaggio dalla convezione architettonica bizantina a quella preromanica. L’interno è severamente sobrio e conserva una interessante epigrafe murata che narra di un abate originario di Leon (Spagna) qui sepolto nel 1003. Specularmente alla lastra tombale è sistemato l’ambone. E’ un insieme di strutture architettoniche recuperate: un leone stiloforo sorregge una colonna federiciana sormontata da tre pannelli rinascimentali. Un capitello romanico sorregge la lastra della mensa eucaristica, mentre dietro l’altare è stata ricostruita una sedia in pietra utilizzando due leoni romanici.

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