16 maggio, Pietramontecorvino, nemmeno la pandemia ferma la passione di un popolo: in scena il Sant’Alberto Digital Fest
PIETRAMONTECORVINO (Fg) – Non si ferma. La tradizione del 16 maggio, che dal 1889 Pietramontecorvino ha consacrato nel nome di Sant’Alberto, patrono del paese, sarà omaggiata anche quest’anno, anche in tempi di coronavirus. Sabato 16 maggio, la 132esima processione-pellegrinaggio da Pietramontecorvino al sito archeologico di Montecorvino sarà celebrata tutta in digitale, sulla pagina facebook del Terravecchia Festival (https://www.facebook.com/terravecchiafestival/). Online, infatti, si svolgerà il Genius Loci Digital Fest. Alle ore 9, sarà pubblicato online il video documentario “Sant’Alberto nel tempo”, un vero e proprio “film” sulla straordinaria e spettacolare tradizione del Palio di Sant’Alberto, l’usanza di percorrere i 7 chilometri che separano Pietramontecorvino dall’antica torre normanna di Montecorvino trasportando a braccia i palii addobbati e alti fino a 20 metri che recano sulla sommità i simboli della devozione, assieme a quelli che rappresentano i quartieri storici di Pietramontecorvino, gli elementi della natura e della cultura. Alle ore 16, sempre dalla pagina social del Terravecchia Festival, sarà trasmessa la diretta del dibattito su “Sant’Alberto da Montecorvino: genius loci di una comunità identitaria”: saranno i saluti del sindaco di Pietramontecorvino, Raimondo Giallella, ad aprire la discussione. A introdurre gli altri interventi sarà Rino Lamarucciola, già sindaco di Pietramontecorvino, che darà spazio ai contributi di Federico Ceschin, Raffaele Iannantuono e don Gaetano Schiraldi. Alle ore 18, l’edizione digitale del Terravecchia Festival si arricchirà col salotto virtuale animato da Franco Salcuni (Festambiente Sud), Luciano Castellucia (Carpino Folk Festival), Peppe Totaro (Raduno dei Suonatori di Tarantelle), Francesco Ottavio De Santis (Festival Troia Teatro), Agostino Ruscillo (Festival dei Monti Dauni), Francesco Sassone (Quattro mura vive Folk Festival), Andrea Lamarucciola (Terravecchia Festival). Sarà Valentina Scirpoli a coordinare la discussione incentrata sui Festival di Capitanata e sul loro futuro dopo la “tempesta” dell’emergenza sanitaria. Spazio anche alla musica, con una maratona musicale che prenderà il via alle ore 20 con tantissimi ospiti tra i quali Radicanto, Rione Junno, Bisca, Banda Adriatica, Daniele Sepe, Eusebio Martinelli e tantissimi altri artisti e una dj selection di grande impatto ritmico e musicale. Non accadeva dal 1918, dai tempi dell’epidemia della “Spagnola”, che Pietramontecorvino dovesse rinunciare alla sua spettacolare processione-pellegrinaggio tra il grano ancora verde delle colline della Daunia. Il “Terravecchia Festival”, con il suo “Genius Loci Digital Fest”, ha inteso dare una continuità a una tradizione che è parte integrante dell’identità storica e culturale di Pietramontecorvino. La tradizione vuole che, nel 1889, in seguito a una grave siccità, il popolo invocò l’aiuto di Sant’Alberto. Il santo apparve in sogno a due donne, dicendo loro che i fedeli avrebbero dovuto compiere un pellegrinaggio penitenziale raggiungendo a piedi i ruderi di Montecorvino. Così fu e, il 16 maggio di quell’anno, il popolo di Pietramontecorvino, assieme ai fedeli giunti da Motta e Volturino, s’incamminò verso Montecorvino portando con sé la statua del patrono. Al ritorno in paese arrivò la tanto sospirata pioggia. L’usanza del palio ha origine dalla tradizione pagana in uso anticamente come rito propiziatorio della fertilità, confluito poi nella pratica cristiana. Le donne offrivano al santo i loro fazzoletti per chiedere che il patrono proteggesse i loro uomini. I palii, che oggi sono molti e raggiungono in alcuni casi i 20 metri, permettono a chi resta in paese e non può partecipare alla processione, di individuare e di seguire la statua di Sant’Alberto a chilometri di distanza. Il palio veniva vestito con scialli e fazzoletti tenuti insieme con fasce per neonati. A Montecorvino, dopo la messa, si svolge una cerimonia propiziatoria: la statua del santo viene portata ai quattro lati dei ruderi dell’antica cattedrale e posizionata con il viso rivolto ai campi per impartire la benedizione ai raccolti.