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Sant’Alberto e la Sedia del Diavolo: benvenuti nell’Irlanda di Puglia

Il nord della Puglia è un’autentica sorpresa, un tesoro nascosto a 100 chilometri dal Gargano, avamposto del silenzio, regno del lupo, tra santi e processioni nel grano. E’ il paradigma delle aree interne italiane: potenzialità enormi, tanto da fare.

A nord di Pescara, in pochi sanno che in Puglia ci sono montagne e foreste. Nel nord dell’antica Apulia – in un fazzoletto di terra che fa da cerniera con Molise, Campania e Basilicata – ci sono i Monti Dauni, vette basse e rotonde (il punto più alto è il Monte Cornacchia, 1150 metri sul livello del mare). Ci troviamo nelle aree interne della provincia di Foggia, a più di 100 chilometri dal promontorio del Gargano e dalle sue coste. E’ una zona poco conosciuta. E’ il regno del silenzio, abitato dal lupo e dal cinghiale. Nel “preliminare di strategia” delle “Area interna Monti Dauni”, un documento ufficiale pubblicato sul sito del governo italiano, questa terra tutta da scoprire è descritta con le seguenti parole

“Cara Puglia innamorata,

ti porto in dote i Monti Dauni, i suoi borghi mignon, i varchi temporali delle sale da barbiere, il vento fresco di Volturino, l’alito caldo del pane di Celenza, il rifugio segreto del dio Pan, il paese più piccolo della Puglia e quello più alto, il passo felpato delle volpi, l’ululato del re dei boschi, l’ombra e il velluto del muschio, il cantico delle creature libere, la voce delle mute fontane di Alberona, il lusso senza prezzo del silenzio, la feroce bellezza dei grifoni di Ascoli. Ti porto le torri di Pietra, i castelli a picco su valli senza tempo, la sedia del diavolo, l’ironia di San Filippo Neri, il canto libero delle donne in altalena, lo stupore di orizzonti che prendono fuoco senza fiamme.

Ci siamo stati da bambini, nei paesi delle favole. Ci torniamo da adulti e il racconto è ancora più bello. C’è ancora più spazio nel Rione dei Fossi, ancora più tempo nella dolce Deliceto, ci sono le fate, i lupi e i cinghiali. I laghi di Biccari e quello artificiale di Carlantino, i rospi e le loro code, pozioni magiche d’accoglienza, umanità e calore. E poi pipistrelli, falchi, rose, ortica, piante selvatiche senza anagrafe. La zucca carrozza, le spighe sentinella, diamanti rosso melograno. Le case di marzapane, le lunghe braccia degli alberi, i mulini del vento, Don Chisciotte e Sancio Panza. Ti porto gli scioglilingua franco-provenzali, i proverbi arbëreshë, l’accoglienza autentica del vino dalle gote rosse. Potremmo sposarci sotto una quercia e fare l’amore dove il telefono non prende e non c’è internétt.” (Francesco Quitadamo)

Ed è proprio così. Sembra la terra delle favole. I Monti Dauni, che si addicono a chi ama scoprire tesori nascosti più che gettarsi sulle rotte del turismo di massa, detengono una serie di primati curiosi e significativi: è il pezzo di Puglia con la maggiore densità boschiva della regione; quello con la maggiore concentrazione di riconoscimenti di qualità turistico-ambientale.

I Monti Dauni sono un’area che conta 30 comuni (con Lucera, il centro più grande e “Città d’Arte”), circa 100mila abitanti, oltre 500 tra chiese, siti d’interesse comunitario e musei etnografici, 15 paesi certificati con marchi di qualità turistico-ambientali. Insieme, i borghi dell’Appennino Dauno forniscono i due terzi dell’energia da fonti rinnovabili prodotta dall’intera Puglia. Più di un terzo del polmone verde pugliese è sulle alture dei Monti Dauni che forniscono quasi la totalità delle risorse idriche necessarie al comparto agricolo del Foggiano. I fiumi, i laghi, le riserve faunistiche di quest’area dell’entroterra rappresentano un unicum ambientale preziosissimo, un vero e proprio giacimento di biodiversità da salvaguardare e da promuovere.

In Puglia, i piccoli comuni sono 87 e di questi 38 si trovano in provincia di Foggia, la maggior parte di essi è localizzata proprio nell’area del subappennino. E’ qui che si trova il paese meno popoloso della Puglia, “il paese condominio” Celle di San Vito, che conta 186 abitanti. In Capitanata c’è la vetta più alta della regione, il Monte Cornacchia. Sui Monti Dauni si arrampicano i paesi più alti della vecchia Apulia, Faeto e Monteleone. Ed è in questo ampio fazzoletto di terra, pari al 10 per cento dell’intera superficie regionale, che albergano le specie animali e vegetali più selvatiche e preziose: il lupo, il cinghiale, la volpe e il falco popolano aree boschive ricche di sorgenti, funghi, tartufi, orchidee selvatiche, erbe spontanee e officinali.

 

La provincia di Foggia ha ottenuto, in questi anni, 35 certificazioni di qualità ambientale-culturale e turistica, risultando la provincia con la migliore performance di tutta la Puglia. Di quelle 35 certificazioni, 26 sono state ottenute da paesi dei Monti Dauni con i riconoscimenti di Cittaslow, Bandiera Arancione del Touring Club, Borghi più belli d’Italia e Borghi Autentici d’Italia.

Adesso c’è un’idea, quella di promuovere “l’Irlanda di Puglia”, e di stimolare il miglioramento dell’offerta turistica di questo lembo di terra, per 365 giorni l’anno grazie al Daunia Press Tour, un progetto che mette insieme professionisti della comunicazione, privati e amministrazioni comunali: unire forze, risorse e competenze per svelare il tesoro nascosto.

L’idea nasce dall’omonimo Press Tour, finanziato dalla Regione Puglia, che dal 15 al 19 maggio scorso ha attraversato la Daunia a partire da un evento simbolo, la spettacolare processione-pellegrinaggio che da Pietramontecorvino, ogni 16 maggio, conduce centinaia di persone a celebrare la propria devozione per Sant’Alberto Normanno. Cos’ha di particolare questa processione? Tutto. A cominciare dalla partecipazione. Tutti partecipano: bambini, anziani, donne, credenti e non credenti. L’aspetto più spettacolare, tuttavia, è la vera e propria coreografia nel grano realizzata da palii alti fino a 20 metri, addobbati con fazzoletti variopinti, sulla cui sommità svettano simboli laici, religiosi, bandiere e sculture in cartone. La visione d’insieme è spettacolare, una vera e propria parata trionfale tra tutte le declinazioni di verde possibili e immaginabili. “Il santo e la sedia del diavolo”, così hanno chiamato questa processione. Il santo, infatti, viene portato a spalla, dietro la parata dei palii trionfali, fino alla Torre di Montecorvino, antica superstite di una cittadella fortificata. La torre, in parte crollata, ha assunto le sembianze di una sedia. La sedia del diavolo.

Da Foggia a Pietramontecorvino, e poi le tappe a Roseto Valfortore, Alberona, Troia, Borgo Incoronata, Orsara e Lucera: il Daunia Press Tour ha attraversato la Capitanata, dalla pianura ai Monti Dauni, facendo conoscere un’area della Puglia che offre una varietà di paesaggi da lasciare a bocca aperta, come ha avuto modo di osservare il gruppo di influencer e giornalisti nazionali di questo viaggio esperienziale. In 5 giorni, il Daunia Press Tour ha percorso 400 chilometri, raggiunto 7 comuni, e raccontato uno spaccato rappresentativo del patrimonio culturale della provincia foggiana attraverso foto, video, tweet, post e dirette su facebook.

A Roseto Valfortore, paese del miele e del tartufo, il tour ha mostrato le produzioni tipiche del borgo e il centro storico, in particolare l’anfiteatro che si spalanca come un maestoso sipario sulle colline che segnano il confine con la provincia di Benevento. Roseto Valfortore è uno dei Borghi più belli d’Italia e, nel suo territorio, si trova una delle migliori e più prelibate varietà del tartufo nero. Altra tappa è stata quella di Alberona, dove si ammirano gli archi, le piazze e le chiese del centro storico. La storia di Alberona è legata a quella dei Cavalieri Templari. L’ordine più controverso e conosciuto tra quelli dei cavalieri crociati ha lasciato tracce preziose anche del proprio passaggio ad Alberona. La Chiesa Madre, sulla propria facciata, conserva ancora lo stemma dei Pauperes commilitones Christi templique Salomonis.

GLI EXULTET E IL MUSEO DIOCESANO. In tutto il mondo, esistono soltanto 31 esemplari di Exultet, rotoli miniati di immenso valore storico e artistico: di quei 31, tre sono conservati nel Museo della Cattedrale di Troia. Oltre alla splendida Basilica Cattedrale e al suo Rosone, la visita ha valorizzato il centro storico, le tante e splendide chiese della città, e il sapore di un dolce tipico troiano, La Passionata.

INCORONATA, IL BOSCO E I VINI MEDAGLIATI. Quello dell’Incoronata è uno dei boschi di pianura più grandi d’Italia, una rarità, cuore del Parco Regionale che ne prende il nome, polmone verde di un’area all’interno della quale sorge una delle “cittadelle rurali” più caratteristiche d’Europa. E’ qui che nascono i vini Borgo Turrito, rossi e rosati che hanno fatto incetta di premi a Le Mondial du Rosè a Cannes e al Concours Mondial de Bruxelles. I giornalisti del Daunia Press Tour hanno visitato il bosco e i vigneti, prima di degustare il Terra Cretosa, il TroQué e il CalaRosa, vini di punta dell’azienda vitivinicola e produzioni di eccellenza della Capitanata.

A ORSARA IL GRAN FINALE. Con la visita a Orsara di Puglia, nell’Orto dei Sapori perduti di Villa Jamele, il Daunia Press Tour – ospite di Peppe Zullo, il cuoco del “cibo-felicità” che ha rappresentato la Puglia all’Expo di Milano – completa un percorso esperienziale fatto anche di sapori. I menù del tour, infatti, hanno messo in evidenza tutto il paniere delle eccellenze agroalimentari di Capitanata, terra del grano, del pane e dell’olio, del vino e dei pomodori. Una tavola e una “tavolozza” mediterranee fatte di gusto, sapori, di una cultura che racconta un patrimonio culturale più unico che raro.

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