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Fi Cerignola, battaglia su Gema, inceneritore e crisi dell’uva

CERIGNOLASì alla commissione di inchiesta sul caso Gema, scetticismo per quella sul monitoraggio dell’inceneritore, importanti suggerimenti sulla crisi vitivinicola e del comparto agricola: “Forza Italia di Cerignola è intenzionata a dar battaglia dai banchi dell’opposizione, in modo costruttivo, lavorando sulle questioni importanti per la città”. E’ quanto fa sapere il partito di Berlusconi attraverso un comunicato stampa. Forza Italia si dice pronta “a dire sì quando serve e differenziarsi all’occorrenza”.
CASO GEMA – “Quando la maggioranza propone una commissione di inchiesta, per far luce sugli 8,5 milioni di euro che Gema non ha mai versato al Comune di Cerignola, accettiamo lo spirito dell’iniziativa”, dichiarano Natale Curiello e Gianvito Casarella. Secondo Forza Italia bisogna far luce sull’ammanco che ha mortificato la città e sulle eventuali responsabilità. “Connivenze e complicità – chiarisce Curiello – che potrebbero risieder nei palazzi romani, giacché la fideiussione necessaria alla convenzione non si è mai trovata”. “Da amministratore della passata e dell’attuale consiliatura – aggiunge Casarella – non posso che auspicare l’accertamento di quanto accaduto, sebbene sia da ricordare che l’amministrazione subito denunciò le anomalie, sebbene il Ministero competente ritirò solo dopo un anno la concessione per le riscossioni Gema”.
MONITORAGGIO INCENERITORE – Il no di Forza Italia sull’altra commissione, quella che riguarda l’inceneritore, riguarda il metodo, non il principio di controllare con una commissione ad hoc le emissioni del termovalorizzatore nei pressi di Borgo Tressanti: “Istituire un organo di consiglieri o professionisti esterni – spiega Curiello – non garantisce competenza e riuscita dell’operazione”. Il parallelismo di Casarella è con un’altra commissione infruttuosa, quella sulle morti dei dipendenti Asia, “quando si credette che un organo paraconsiliare potesse accertare ciò che era lontano dalle prerogative di un consigliere”. E poi, le stesse operazioni di monitoraggio potrebbero essere “svolte agevolmente anche dalla Commissione Ambiente” di recente costituzione. Scettici, insomma, i forzisti sull’efficacia di una commissione che punti a fare le pulci all’Eta Marcegaglia, in regola coi permessi per una costruzione che comunque è in località manfredoniana, Contrada Paglia, sebbene l’eventuale ricaduta ambientale sia di interesse cerignolano, anche se il Consiglio di Stato nel 2012 sancì diversamente. “Un voto di astensione – riferisce in aula Curiello – sullo strumento, non sulla necessità del monitoraggio”.
CRISI VITIVINICOLA – Il Partito Democratico chiede ed ottiene l’autoconvocazione per discutere le affermazioni di un mese fa, quando il sindaco Franco Metta preannunciò un calo nel prezzo dell’uva. “Poco o niente nella proposta di delibera avanzata dal Pd: un tavolo tecnico dopo la vendemmia 2015 e un altro per il monitoraggio dei prezzi”. “Scarse competenze di un Comune”, commenta Curiello, che spiega: “Sono comunque mortificato dell’indifferenza dei rappresentati istituzionali sovracomunali, interpellati ma assenti e silenti”. E propone “un apposito capitolo di bilancio per la promozione dei prodotti cerignolani”. Frattanto Cia e Confagricoltura, attraverso due esponenti in aula snocciolano il quadro dell’agricoltura nel terzo agro più esteso d’Italia. Casarella rilancia: “Il Comune può poco o niente su leggi e prezzi dei prodotti. Piuttosto, proponiamo che garantisca il supporto al settore”. Di qui l’emendamento di Forza Italia, poi approvato all’unanimità, al pari della proposta Pd e di quella della maggioranza: “Favorire la diffusione dei prodotti sul mercato – elenca Casarella – , istituire un marchio d’acquisto cerignolano, fornire aggiornamenti agli agricoltori su variazioni normative e strumenti finanziari dell’Ue, eliminare le barriere tra domanda e offerta proponendo studi dei mercati che suggeriscano differenziazioni di produzione secondo le esigenze del commercio, pubblicizzare il cooperativismo e l’intraprendenza delle piccole aziende che coraggiosamente scelgono di chiudere la filiera sul territorio”.

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